L’invasione dei “semplicorpi”

Recentemente abbiamo pubblicato una breve recensione della Kodak Ektar H35, una semplice fotocamera di plastica per pellicola 135 che scatta immagini in “mezzo formato” (18x24mm circa): nulla di speciale, se non per il formato non proprio comune oggigiorno, ma allo stesso tempo un esempio di un trend che si sta sviluppando negli ultimi due anni; ci si sta cominciando ad accorgere, come anche su queste pagine qualche volta abbiamo ricordato, che il parco fotocamere analogiche disponibili nell’usato si sta assotigliando, sia perchè gli utilizzatori sono fortunatamente aumentati negli ultimi cinque anni, sia perchè molte fotocamere, soprattutto quelle dell’epoca elettronica anni ’80 e ’90, cominciano ad accusare problemi e malfunzionamenti che ne pregiudicano l’utilizzo.

Evidentemente qualche analista del settore ha finalmente colto questa tendenza e forse qualche azienda fotografica starà pensando che non è il caso di lasciare questa potenziale fetta di mercato alle sole Lomography e Polaroid (ex Impossible), che negli ultimi dieci-quindici anni hanno sempre continuato a sfornare fotocamere analogiche; magari è da leggere in tal senso il recente ritorno alla produzione della Leica M6 oppure l’interessante rumor, confermato dalla casa, che vede Ricoh lanciare un gruppo di lavoro per la produzione di una nuova reflex a pellicola a marchio Pentax.

Tuttavia quello a cui si assiste, come detto, negli ultimi due anni è un fiorire di proposte di modelli punta&scatta, dei veri e propri “Semplicorpi” di plastica decisamente scarni nei comandi, spesso anche con design minimalista e retrò ma che non indirizzano di certo verso una soluzione del problema di scarsità di corpi macchina validi; è pur vero però che stanno riscuotendo un discreto successo, forse andando a sostituire il mercato delle use e getta a pellicola che, seppur ridotto rispetto ai fasti del passato, non è mai tramontato del tutto.

Comunque, è sufficiente farsi un giro per negozi particolarmente forniti oppure sui comuni store online per rendersi conto della varietà dell’offerta, che comunque è solo apparente in quanto molte di queste fotocamere si assomigliano decisamente come caratteristiche e forme ed è più che fondato il sospetto che la fabbrica produttrice sia la stessa che poi distribuisce ai vari brand; tralasciando marchi sconosciuti, ci concentriamo qui solo su quelli più noti, spesso anche storici nell’ambito fotografico.

Partiamo con Lomography, che fra le sue proposte annovera anche una macchina derivata direttamente dalle usa e getta e denominata, appunto, Simple Use Camera ricaricabile, una macchina che non permette interventi sull’esposizione, ma che è comunque dotata di flash con filtri colorati e di una serie di accessori opzionali tra cui anche la custodia subacquea; sicuramente una semplice e limitata, ma in una vacanza spensierata aiuta non poco a portare a casa scatti in diverse situazioni!

Sempre Lomography ha da poco lanciato la LomoApparat, altro prodotto con la stessa filosofia benché particolarmente curato sul piano dell’estetica: ottica grandangolare, in questo caso spinta fino ai 21mm, apertura diaframma e velocità di scatto fisse ma flash on-board e ricca dotazione di accessori.

A proposito di grandangolare spinto, una menzione la merita la piccola Reto UWS , riedizione della storica Vivitar Ultra Wide & Slim, fotocamera giocattolo che ha assunto ruolo di culto da anni, grazie al suo obiettivo 22 mm che permetteva di avere un ultragrandangolare “full frame” in uno spazio inferiore a quello di un pacchetto di sigarette; certo, il tempo fisso (1/100 sec o 1/125 sec a seconda degli esemplari) e l’altrettanto fisso e buio diaframma f/11 ne limitavano l’uso a momenti di piena luce ma, di nuovo, nei momenti di svago e vacanza il divertimento (e in alcuni casi anche il risultato) era assicurato. La Reto viene proposta in diversi colori (!), ma lo stampo è esattamente lo stesso della originale Vivitar.

Veniamo poi ai nomi più storici, con due proposte molto simili fra loro per “specifiche tecniche”: la Agfaphoto Reusable è una punta&scatta con ottica grandangolare 31mm e diaframma fisso f79, così come fissi sono il tempo di scatto (1/120 s) e la messa a fuoco (da 1m a infinito); anche questa dotata di flash, si distingue per una forma piacevolmente smussata disponibile in tre diverse colorazioni.

Identica (è proprio lo stesso stampo) è la Ilford Sprite 35-II, macchina presentata già da qualche anno che si ispira, riprendendone anche il nome, ad una semplice fotocamera prodotta negli anni sessanta e orientata alla massima praticità e semplicità; come detto, le specifiche sono identiche al modello Agfaphoto, mentre le colorazioni sono solo due e più austere: nera e silver.

il 31mm fa la sua apparizione anche sulla Kodak i60, questa volta con un diaframma f/10 ed un tempo di scatto di 1/125 sec in una form factor molto più squadrato che mette bene in evidenza il giallo Kodak; si tratta della proposta di uno dei tanti produttori a cui la casa americana concede la licenza di utilizzo del brand e dei colori. Esteticamente è un prodotto veramente piacevole e merita una segnalazione il piccolo flash integrato, che in questo caso è dotato addirittura di un meccanismo po-up a pressione; da segnalare anche la pagina dedicata a questa fotocamera, dove è presente il manuale (!) in moltissime lingue ed una serie di video esplicativi.

Sempre dalla stessa fabbrica esce anche la Kodak Ultra F9, che riprende, invece, le caratteristiche tecniche e di forma delle Ilford e Agfaphoto citate prima, vestendole però della grafica Kodak.

In molteplici variazioni colorate, sono infine disponibili le due Kodak M35 e M38, due modelli praticamente identici con un’unica (poco credibile) differenza: una pesa 100g, l’altra 116g!

Come detto, questi sono i brand più noti ma l’offerta si completa con molti altri modelli con marchi sconosciuti ma che si rifanno, comunque, alle specifiche e alle forme sopra descritte; è indubbio che la presenza così ampia sul mercato sia sintomo di interesse e per questo sicuramente un aspetto positivo, ma allo stesso tempo la perdurante mancanza di nuovi corpi a livello avanzato rischia di relegare la fotografia analogica al solo ambito punta e scatta senza pretese.

In ogni caso, una macchina di questo tipo non fa certo male nella borsa del fotografo: è leggerissima, senza regolazioni e quindi immediatamente pronta e, nelle giuste condizioni, può anche regalare qualche risultato interessante.