Pentax SF7

 LA STORIA

Sebbene Pentax sia stata una delle prime case produttrici di macchine fotografiche a proporre un sistema di messa a fuoco automatico controllato dalla macchina fotografica, sua nel 1983 la Pentax ME-F prima reflex con sistema “autofocus”, il suo ingresso nel mercato delle moderne reflex autofocus dominate da una sofisticata elettronica è avvenuto solo negli ultimi anni ottanta, dopo l’affermazione della concorrenza.

SF7foto1La prima reflex di questa nuova generazione è stata nel 1987 la Pentax SFX (SF1 in USA), seguita nel 1987 dalla più economica Pentax SF7 (SF10 in USA), macchina che rimarrà in listino fino al 1993. La Pentax SF7 è, di fatto e nelle intenzioni del costruttore, una reflex dedicata esclusivamente ai fotoamatori che vogliono portare a casa un buon scatto senza perdersi troppo in questioni tecniche. Eppure la SF7 presenta alcune migliorie, soprattutto nel sistema autofocus, rispetto alla SFX costringendo il costruttore ad aggiornare quest’ultima e a realizzare la SFXn (SF1n in USA).

Con questa serie di macchine fotografiche ad altra interazione tra ottica e corpo macchina la Pentax riprogetta la sua famosa baionetta K aggiungendo una serie di contatti elettrici e una presa di forza, ma lasciando inalterati gli accoppiamenti meccanici e garantendo in questo modo la compatibilità con tutte le ottiche a baionetta prodotte in precedenza, l’unico limite è l’eventuale perdita di alcune funzioni, perdita variabile a seconda della serie.

COME FUNZIONA

La Pentax SF7 è una macchina dall’aspetto imponente, almeno confrontandola con le reflex delle serie M e A, caratterizzata dal un vistoso pentaprisma e da una grande impugnatura sul lato destro. La finitura esterna è in materiale plastico bicolore: nero per calotta e fondello, grigio scuro per il corpo e il dorso. Le linee sono decise e i volumi, raccordati tra di loro senza troppi fronzoli stilistici, sono marcati fanno ben capire quale siano i loro le loro funzioni: dal corpo sul frontale esce l’alloggiamento della baionetta porta ottica (in metallo) sovrastata dal generoso alloggiamento del mirino TTL a pentaprisma, volume questo che contiene uno schermo a cristalli liquidi e il flash retrattile, sul lato destro spicca la grossa impugnatura “anatomica” portabatteria. L’ergonomia grazie a questo grosso volume e alla guancetta posta sul dorso è molto buona a patto di avere una mano di dimensioni medie o grandi, in questo caso la presa dalla mano destra è talmente buona da consentire di scattare anche senza il canonico sostegno fornito dalla mano sinistra.

Il carter superiore della reflex
Il carter superiore della reflex

Quasi tutti i comandi sono collocati sulla calotta superiore, fanno eccezione il selettore della modalità di messa a fuoco, il pulsante di memorizzazione dell’esposizione e il comando di riavvolgimento della pellicola. Il ridotto numero di pulsanti e cursori sulla calotta obbliga spesso a un loro uso combinato al fine di ottene l’attivazione di una funzione. Sul lato destro, in prossimità del pentaprisma, è collocato il cursore di accensione e spegnimento della fotocamera che prevede tre posizioni: spento, acceso e acceso con segnale acustico di raggiungimento della messa a fuoco. Sull’impugnatura porta batteria trova posto il pulsante di scatto e una pseudo rotella zigrinata a impulso singolo la cui funzione varia a seconda del programma di esposizione impostato e a seconda dell’abbinamento con i tasti funzione posti a sinistra del pentaprisma; sotto il pulsante di scatto si trova la spia luminosa dell’autoscatto. Sempre sul lato destro della fotocamera è alloggiata la slitta porta flash completa sia di contatto caldo che di contatti per pilotare un flash dedicato, anche in modalità TTL. Sul dorso a portata del pollice destro, seppure poco visibile, è collocato il pulsante di blocco della lettura esposimetrica.

A sinistra del pentaprisma sono collocati due pulsanti. Quello nero serve per impostare il modo di scatto della macchina: singolo, continuo o autoscatto agendo in combinazione con la pseudo rotella. Quello grigio chiaro in combinazione con la pseudo rotella serve a impostare la modalità di scatto a scelta tra programmata, automatica a priorità di tempo, automatica a priorità di diaframma, manuale e bulb, da tenere presente che alcune funzioni sono attivabili con la ghiera dei diaframmi bloccata su A, mentre per altre funzioni è necessario sbloccare la ghiera e impostare manualmente il valore del diaframma.

Sul pentaprisma è collocato uno schermo LCD che attraverso semplici indicazioni permette di impostare le varie funzioni della macchina e, in alcune modalità di scatto, il tempo di esposizione; lo schermo non è illuminato. Nella sporgenza del pentaprisma trova spazio il flash incorporato e l’illuminatore ausiliare del sistema di messa a fuoco, il flash viene sollevato attivato premendo il pulsante di blocco presente sul lato sinistro del pentaprisma, tasto che è facilmente individuabile grazie alla colorazione gialla.

A destra del bocchettone, come su tutte le Pentax a baionetta, è collocato il pulsante di sblocco dell’obiettivo. Sul lato opposto trovano posto il cursore che permette di selezionare la messa a fuoco automatica o manuale e una presa tripolare per il collegamento dello scatto a distanza di tipo elettronico. Sul fondello è collocato il cursore di azionamento del riavvolgimento pellicola, cursore che deve essere sempre attivato a fine pellicola per riavvolgerla nel suo caricatore.

Bocchettone innesto ottiche e specchio
Bocchettone innesto ottiche e specchio

La Pentax SF7 nelle intenzioni del produttore e nella realtà è una macchina destinata principalmente a quei fotografi che vogliono ottenere un buon risultato senza complicarsi troppo la vita; per raggiungere questo scopo si è ben pensato di dotare la macchina di una modalità program in grado di gestire agevolmente molte situazioni di ripresa. Ma nonostante l’apparente semplicità questa macchina permette anche il controllo dell’esposizione a priorità dei tempi o dei diaframmi, oltre alla classica modalità manuale.

Dopo aver caricato una pellicola la macchina avanza automaticamente fino al primo fotogramma e imposta la sensibilità della pellicola in base alla codifica DX presente sul caricatore, però bisogna tener presente che la sensibilità non può essere impostata manualmente. Questa caratteristica unita all’impossibilità di compensazione dell’esposizione rende praticamente impossibile sovraesporre o sottoesporre una pellicola intera, a meno che non si intervenga sulla codifica DX del caricatore. L’esposimetro nonostante la sua semplicità, in confronto ai moderni sistemi multizona, è preciso e affidabile restituendo fotogrammi ben esposti, tanto da non far rimpiangere l’assenza di un sistema di compensazione dell’esposizione. In compenso Pentax ha messo a disposizione del fotografo il pulsante di memorizzazione dell’esposizione.

Immagine dell'otturatore a dorso aperto
Immagine dell’otturatore a dorso aperto

Una volta accesa la macchina il grande display posto sopra l’oculare fornisce le informazioni sullo stato della macchina e sulle impostazioni effettuate con una grafia semplice e di facile comprensione. Il display non è retroilluminato e con l’oscurità diventa poco leggibile. Il mirino ha una buona luminosità e premendo il pulsante di scatto sul lato sinistro, fuori dall’immagine inquadrata, si attivano una serie di scritte e simboli luminosi che consentono di tenere sotto controllo buona parte delle funzioni della macchina senza dover staccare l’occhio. Sia il display che il mirino non riportano il valore del diaframma impostato sull’obiettivo, valore che deve essere letto direttamente sull’obiettivo superando l’ostacolo posto dall’alloggiamento del flash retrattile. Il sistema autofocus, basato su un solo sensore centrale, non nasconde la sua età. Dimostra la sua efficacia e velocità soprattutto con ottiche medio-lunghe mentre con lunghezze focali normali e grandangolari, pur mantenendo una grande precisione, denota qualche incertezza rallentando di fatto la messa a fuoco. Il sistema di controllo della messa a fuoco rimane attivo anche con le ottiche non autofocus indicando sempre al fotografo il raggiungimento della messa a fuoco.

In definitiva la Pentax SF7 è una macchina fotografica che non mette in difficoltà il principiante e allo stesso tempo strizza l’occhiolino al fotografo più smaliziato assecondando le esigenze di tutti. Nell’uso pratico il limite maggiore riscontrato è la relativa lentezza dell’autofocus con lunghezze focali normali e corte, limite che può essere agevolmente bypassato disattivando l’autofocus. Tutti gli altri difetti, o presunti tali, vanno relativizzati in quanto la SF7 è stata soltanto la seconda reflex autofocus prodotta da Pentax ed è servita ai tecnici della casa ad acquisire quella esperienza che con il passare degli anni ha prodotto macchine di fascia alta come la Pentax Z1p e la Pentax MZ-S … per tacere delle attuali reflex digitali.

DATI TECNICI

Modello: Reflex TTL 35mm, autofocus, esposizione TTL multi-mode, flash estraibile automatico RTF incorporato.

Formato: 26x36mm.

Modi d’esposizione: Programmata; automatica a priorità dei tempi; automatica a priorità di diaframma; esposizione manuale; posa B; auto flash TTL.

Otturatore: Tendine a scorrimento verticale, controllato elettronicamente tempi da 30″ a 1/2000 solo in program; tempi da 1” a 1/2000 nelle altre modalità; posa B.

Baionetta: Pentax KAF; compatibile anche tutti gli obiettivi non AF in montatura KA, K e4 vite M42 con adattatore.

Autofocus: TTL su punto singolo centrale; AF singolo; messa a fuoco manuale assistita; blocco della messa a fuoco; sensibilità sensore da 2 EV a 18 EV a Iso 100; illuminatore ausiliario su flash incorporato o su flash esterno dedicato.

Mirino: Pentaprisma fisso, vetrino di messa a fuoco fisso; campo inquadrato corrispondente al 92% dell’immagine ripresa; ingrandimento 0,82X con obiettivo 50mm f/1,4 all’infinito; correzione diottrica fissa a -1 diottrie; indicazioni illuminate delle principali funzioni.

Pannello LCD esterno: Riporta le indicazioni sui modi di ripresa impostati, tempo di esposizione, la carica della batteria, avanzamento pellicola, contafotogrammi, stato della batteria, autoscatto.

Profondità di campo: Non previsto.

Autoscatto: Con ritardo di 12 secondi circa.

Auto bracketing: Non previsto.

Motore: Avanzamento pellicola singolo o alla cadenza massima di circa 2 fotogrammi per secondo; riavvolgimento motorizzato previo azionamento della funzione.

Esposimetro: Incorporato TTL con misurazione su tutta l’area a prevalenza centra suddiviso in due segmenti con sistema di compensazione automatica in caso di forti contrasti; campo di misurazione da 1 EV a 19EV, a 100 Iso f/1,4; possibilità di memorizzazione dell’esposizione tramite apposito pulsante.

Esposizioni multiple: Non previsto.

Funzioni personalizzate: Non previsto.

Flash: Incorporato, NG 12 a 100 Iso; copertura focale 35 mm. Possibilità di usare flash dedicati Pentax e Metz con zoccolo SCA mantenendo tutte le priorità; sincro su 1/100. Illuminatore AF incorporato. Nota sull’uso di flash esterni: tempo di sincronizzazione massimo di 1/100, mentre con con quelli dotati di sola sincronizzazione X è necessario impostare un tempo massimo di 1/60

Alimentazione: Corpo macchina una batterie al litio da 6V tipo 2CR5.

Dimensioni: Lunghezza 152,5 mm; altezza 96 mm; profondità 63,5 mm.

Peso: 630 gr. (solo corpo senza batterie).

 Manuale reperibile in formato PDF disponibile su: http://www.butkus.org/chinon/pentax/pentax_sf7/pentax_sf7.htm

PRO

Facilità d’uso;

Resa complessiva a prova d’errore;

Informazioni nel mirino non sovrapposta all’immagine inquadrata;

Compatibilità con ottiche non autofocus.

CONTRO

Batterie non sempre facilmente reperibili e non proprio economiche;

Velocità del sistema autofocus condizionato dalla lunghezza focale dell’obiettivo;

Rumorosità dello scatto ed avanzamento pellicola: si fa notare;

Accessibilità all’interruttore generale con flash esterno montato.

REPERIBILITA’ E PREZZI

Macchina assai diffusa all’epoca e oggi ancora abbastanza reperibile sul mercato dell’usato, su Ebay non si fatica a troppo trovarne una in buone condizioni magari completa di ottica, ma non sempre il prezzo è dei migliori. Se ci si rivolge a negozianti specializzati in usato e mercatini dell’usato la sua disponibilità diminuisce drasticamente in quanto oggi non viene quasi più ritirata in permuta per una più moderna reflex digitale.

Prima dell’acquisto di un corpo usato, se è possibile, è bene dare un’occhiata alle condizioni generali della macchina e soprattutto se il vano batterie non presenta ossidazioni: non essendo stata una macchina di fascia alta spesso il precedente proprietario la usava poco e potrebbe aver “dimenticato” la vecchia batteria nel suo alloggiamento per troppo tempo. Quotazioni medie dell’usato comprese tra 15€ e 30€, senza ottica, qualcosina in più con un semplice zoom serie F.

NOTA FINALE

Se poi si avesse la disgrazia di possedere un’ottica Pentax serie FA con zoom motorizzato in “corto” e crea grossi problemi dialogando a corpi della serie Z e MZ allora una Pentax SF7 è una buona idea per continuare ad usare l’obiettivo senza mandarlo da un riparatore: il corpo della SF7 è sprovvisto dei due contatti all’interno del bocchettone delegati solo al funzionamento dello zoom motorizzato … certo non lo si può più usare con una macchina più moderna, ma con i soldi risparmiati per la riparazione si può sempre acquistare un obiettivo nuono, possibilmente senza i contatti per lo zoom motorizzato.